Lui & Lei
ANNI '70 CAPITOLO 2
di Ermes72
14.12.2024 |
291 |
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"Allora io, vi avviso che è cintura nera di karate, non stuzzicatelo che son cazzi vostri”..."
CAPITOLO 2Mi affrettai a raggiungerla pronto alla rissa, ma i due appena mi videro si allontanarono raggiungendo la coppia loro amica. Poggiai la bottiglia d’acqua e due bicchieri sul tavolo, le sporsi la caipirinha, mi sedetti su una sedia di fronte a lei e dissi: “che volevano”?
Mi rispose sorridendo: “volevano sedersi con me.
Gli ho risposto, sono con il mio ragazzo e siccome prima non si erano comportati bene tu eri alquanto incazzato”.
Ormai ero diventato il suo ragazzo.
"Bene" dissi: “bella risposta, e loro”?
“loro hanno detto che non gli facevi paura.
Allora io, vi avviso che è cintura nera di karate, non stuzzicatelo che son cazzi vostri”.
Cominciò a ridere, che quasi si strozzò con il sorso di drink che aveva messo in bocca.
Anch’io risi di cuore, stavo cambiando opinione su di lei.
Guardai verso l’angolo buio dove c’era il divanetto alcova di Giulio e Carla ma di loro nemmeno l’ombra.
In pista a ballare non c'erano.
“che fine hanno fatto”? chiesi ad Alessia.
Lei ripresasi dalla tosse sempre ridendo disse:” saranno da qualche parte a scopare”.
Piccola pausa……“con qualcuno”.
“con qualcuno?
Spiegati meglio, non ho capito.”
“Niente scusa, cancella tutto, resetta”.
“no adesso spieghi, hai lanciato il sasso e spieghi”.
Il verde dei suoi occhi con il luccichio riflesso delle luci della sala formavano un gioco cromatico incantevole.
Ero estasiato, dovevo controllarmi.
Avrei volentieri baciato quella bocca mentre con un sorriso impertinente mi diceva: “ ci sono solo due posti dove possono essere, o nei bagni o fuori in macchina se vuoi possiamo andare a cercarli. Ti va?”
“no, che non mi va, mi sembra fuori luogo.
Anzi non voglio sapere neanche cosa stanno facendo non sono cazzi miei”.
M lei tutto d’un fiato:” E invece te lo dico.
A Carla piace scopare e se trova il tipo giusto si concede volentieri e Giulio a volte si presta e partecipa.
Contento? Adesso lo sai, ti ho confidato un segreto, cerca solo di non farlo sapere a Giampiero. Con lui acqua in bocca”.
Non capivo perché me lo avesse detto, forse basava tutto sul fatto che io non le avrei creduto e quindi non potevo dire a Giampiero una cosa che poteva non essere vera.
E soprattutto, se era una bugia perché dirmela, quale era lo scopo?
Feci come se non avessi sentito le ultime parole, mi alzai per invitarla a ballare.
Nel girarmi quasi mi scontrai con la ragazza del gruppo vicini di tavolo, che scusandosi mi disse:” vi abbiamo visto ballare siete bravissimi volevo chiederti un favore.
Mi chiamo Ester sono con mio marito Marco e due miei colleghi Mario e Giovanni, se la tua ragazza volesse partecipare, vorremmo fare una rueda in quattro, comandata da Mario. Ti assicuro che terranno un comportamento adeguato tutte e due. Voi, tu e Marco, controllerete che tutto si svolga in piena correttezza sennò i due se la vedranno non solo con voi ma anche con me, che ti assicuro che non sono per niente tenera”.
”Che ti devo dire, per me va bene, se sarà come dici tu e Alessia è d’accordo?”
”o si daddy mi piacerebbe molto e tanto tempo che non faccio una rueda”.
E due pensai. Un'altra novità mi ha chiamato daddy.
Ester curiosa mi chiese:”ma sei il padre? Non dimostri la tua età, sembri più giovane. Scusa ma quanti anni hai?”
“27”risposi io.
Ester ridendo:“mi state prendendo in giro”. Prese per mano Alessia e si avviarono verso la pista.
I ragazzotti come due molle le raggiunsero, mentre Marco si avvicinò al mio tavolo e si presentò. “Sandro” dissi io.
I quattro trovarono posto nella parte opposta della pista da dove eravamo noi, quindi impossibile vederli, la loro copertura era totale.
I comandi di Mario urlati si sentivano da lontano, piano piano molte coppie smisero di ballare per guardare ammirati la i quattro ballerini. Adesso anche noi potevamo in parte vederli. Il dj prolungo la salsa per più di 10 minuti, le figure scandite da Mario una decina, furono ripetute più volte.
Appena partì il merenghe tornarono tutti con il fiato corto.
Alessia si lasciò andare sul nostro divanetto esausta, Ester sul suo dicendo:”Marco, caro vai a prendermi qualcosa da bere”.
E rivolta a tutti:”se volete offro io”.
Io rifiutai , i ragazzi chiesero solo dell’acqua mentre Alessia chiese un cuba libre.
Mi sedetti di fronte ad Alessia e le domandai:” si sono comportati bene o hanno fatto i cascamorti”?
”No, sono stati bravi. Mario era troppo impegnato nei comandi, mentre Giovanni che ti devo dire, la mano a volte inavvertitamente poggiava in parti proibite. Una tastatina sulla chiappa, una strusciata al seno.”
E mentre lo diceva sorrideva divertita guardandomi negli occhi. Contemporaneamente guardammo i vicini, i due ragazzi si erano seduti ai fianchi di Ester. Uno le aveva messo la mano sotto il vestito, mentre lei baciava l’altro. lo baciava ma guardando verso di noi.
“hai visto come ti guarda, hai fatto una conquista. Perchè non la inviti a ballare e poi te la porti nei bagni”mi disse Alessia. Effettivamente Ester limonava con Mario e mentre gli tastava il pacco mi guardava fisso negli occhi.
Risposi:” ti sembro uno che vuole alimentare una rissa, quella è sposata e c’è anche il cornuto che tra poco arriva e vediamo come reagisce”.
Appena Marco arrivò, Ester si stacco da Mario, ma invece di ricomporsi si girò verso Giovanni e lo baciò, senza che questi per nulla preoccupato togliesse la mano da sotto il vestito.
Marco si avvicinò al nostro tavolo, porse il drink ad Alessia, posò l’acqua con i bicchieri sul loro tavolo e rivolto ad Ester che intanto si era alzata disse:” cara questo è il tuo margarita”.
Lei si avvicino e lo baciò appassionatamente.
Mentre prendeva il bicchiere disse ad alta voce, proprio per farci sentire bene:” caro, ti amo tanto, sei il mio orsacchiotto cuck. Senza di te come farei.
A me venne da ridere pensando che ne avesse altri due belli che pronti a portata di mano.
“Che hai da ridere bacchettone” mi redarguì Alessia.
“Niente scusa pensieri miei del cazzo”.
Intanto tornarono Carla e Giulio, avevano gli occhi rossi e dall’odore si capiva che avevano appena fumato, sicuramente si erano fatti una canna.
Io dissi:“Che facciamo andiamo? Sono quasi le due, domani si lavora e voi avete scuola. Dormire qualche ora non ci farà male”.
Stavo barando era appena passata l’una.
“Si” disse Alessia.” ma prima Giulio e Carla ci racconteranno dove sono stati tutto questo tempo. E cosa hanno fatto”!
Gli occhi di Carla che prima erano solo arrossati, adesso lanciavano strali di fuoco verso Alessia”.
Aveva capito conoscendola che l’amica mi aveva raccontato qualcosa di loro.
“Ma sei stronza? Che cazzo fai. Adesso mi devo inventare chissà cosa. Lo sai come è fatto mio fratello. Quello mi odia. Perché mi hai fatto questa vigliaccata? Cosa gli hai raccontato?”
“Lo so Carla ho sbagliato, ma Sandro è un uomo di parola e mi ha promesso che non ne parla con Giampiero”.
E tre pensai. Adesso anche una promessa mai fatta.
Dissi:“ a prescindere che io non ho visto una minchia di niente.
Cosa dovrei raccontare? Che tu hai fatto un pettegolezzo su una amica? Tranquilli dirò a Giampiero che io dopo alcuni balli avevo sonno, ho chiamato un taxi e come cenerentolo a mezzanotte, senza perdere la scarpetta, sono andato via. E che fino a quella ora non ho visto sua sorella scopare con nessuno”.
Intanto ridevo, li avevo in pugno e ce li volevo tenere.
“Vedi che cazzata che hai fatto ci prende pure x il culo e tu ti fidi?”. Disse Carla.
Alessia mi guardò supplichevole.
Allora dissi:” Io avendo fatto una promessa ad Alessia, che non avrei detto niente a Giampiero di quello che ho visto. Manterrò la promessa.
Carla non dirò che ho visto la mano di Giulio sulla tua figa senza mutande e tutto quello che racconterete ad Alessia in mia presenza lo terrò per me.
Quindi ditemi.
Appena saprò qualcosa potrò mantenere questa falsa promessa.”
”Perchè falsa”. disse Carla.
“Perché io ad Alessia non ho fatta nessuna promessa, ma a te la faccio volentieri anche se non la meriti. Non erano queste le premesse quando mi hai chiesto di fare l’accompagnatore di Alessia.
E tu Alessia sappi che io non sono un bacchettone. Primo io non amo le donne in quanto belle, che non guasta, ma amo tutto l’universo femminile quello sano, che sa amare e che sa darsi completamente nel rispetto reciproco, nella complicità e condivisione del piacere di tutti e due. Senza che nessuno debba avere un attimo di sofferenza per quello che sta avvenendo. Come avviene, come mi hai detto, tra Carla e Giulio e anche a quanto pare tra Ester e Marco.
”Nel pronunciare l’altra coppia mi girai ad indicarli e lo vidi. In piedi, con Marco, c’era un uomo sui 50-55 anni che parlava con Ester seduta sul divanetto con a fianco i due colleghi.
“È lui” disse Carla.
“lui chi” disse Alessia.
“quello che è venuto a riprenderci per quello che stavamo facendo” continuò Carla.
“Noi credevamo di essere invisibili al buio sul divano. Invece no. Lui ci ha detto che si chiama Antonio. Che è il proprietario del locale e che eravamo in una sala da ballo e non in un privè. Che eravamo stati inquadrati da telecamere ad infrarossi e che ci aveva registrato mentre segavo Giulio. Ci ha invitato ad andare con lui che aveva una proposta da farci.
Lo abbiamo seguito curiosi, siamo passati vicino a voi due che eravate fermi in mezzo alla sala che discutevate e ci portò al piano superiore.
Un piano soppalcato ricavato sopra il bar e i bagni della discoteca.
Entrammo in una stanza senza finestre e modestamente arredata. Su una parete quattro video che inquadravano quasi tutta la sala e dall’altra parte un grande letto. Sempre rivolgendosi a me disse che se volevamo entrare in possesso del filmino a infrarossi dovevamo fare l’amore davanti a lui che si segava guardando.
Io senza chiedere il parere di Giulio accettai senza fare nessuna obiezione ero troppo curiosa ed eccitata.
Mi sono messa in ginocchio sul letto appoggiando le mani sul bordo.
Giulio si spogliò mi alzo la gonna sulla schiena e mi prese da dietro mentre guardavamo lui che si spogliava.
Antonio si era tolto i pantaloni e senza mutande era apparso un cazzo lungo e grosso ce lo aveva venoso e durissimo.
Io guardavo rapita quel grosso cazzo………”
“anch’io” disse Giulio. “ guardavo e immaginavo quel grosso cazzo, 20 cm sicuri, che ti entrava e ti scopava di brutto. Questo pensiero mi fece venire quasi subito. Meno male che prendi la pillola. Ti stavo chiedendo scusa, per non essere riuscito a trattenermi e farti godere, ma tu non mi ascoltavi.
Osservavi lui che ti guardava fisso negli occhi mentre ti sdraiavi supina sul letto, sui gomiti con le gambe larghe, gli urlavi BASTARDO…, PRENDIMI…, DAMMI QUEL GROSSO CAZZO…, FAMMELO SENTIRE TUTTO DENTRO…, CHIAVAMI…, CHE ASPETTI FAMMI GODERE.
Lui si avvicinò, posizionò il cazzo ma non ti penetrò, si sdraiò su di te e ti baciò penetrando la sua lingua nella tua bocca come se fosse un piccolo cazzo e tu gliela pompinavi supplicandolo di penetrarti.
Dopo un minuto di questo gioco di lingua con un sol colpo ti penetrò facendoti urlare di dolore e soddisfazione. Una trentina di colpi con profonda penetrazione e hai squirtato tremando come una foglia.
Poi siete rimasti avvinghiati immobili per almeno due minuti con lui dentro di te”
“cazzo” disse Alessia “deve essere stato un orgasmo pazzesco. Sai ti invidio.”
“siii” disse Carla “anche dopo seduta sul letto mi sentivo ancora piena di quel cazzo.
Mentre guardavo Giulio che si stava ancora segando, mi accorsi di Antonio in piedi che mi porgeva una sigaretta.
Sentii il classico odore di erba, la presi, mi chinai sul suo cazzo mezzo moscio, gli diedi un bacio e gli dissi grazie.
Pensate che dopo siamo usciti senza chiedergli di cancellare il filmino che sicuramente aveva fatto, visto che avevo notato una telecamera anche sopra il le".
Intanto Ester e i due ragazzi si erano alzati.
Ester mi guardò e mi sorrise.
Antonio invece guardò Carla e con la testa le fece un gesto come per dire:" venite con noi"!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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